la Balbuzie

EVOLUZIONE DELLA BALBUZIE

La balbuzie si riscontra molto spesso nel bambino precoce dal punto di vista intellettuale

Nel bambino dotato di intelligenza precoce, il comportamento e l’attività linguistica sono spesso più evoluti rispetto all’età. Si tratta a volte di bambini che vivono in un contesto di persone adulte, con dei fratelli e sorelle maggiori; oppure si tratta ancora di figli unici, le cui possibilità di esprimersi sotto forma di linguaggio vengono costantemente forzate attraverso scambi verbali che sono al di sopra del loro livello e dei loro mezzi espressivi.

Possiamo affermare che qualunque sia la ragione che spinge alla balbuzie, nella maggioranza dei casi è il processo psicolinguistico che vi si trova implicato e che provoca uno stato di malessere e di insicurezza, che viene vissuto in maniera più o meno intensa, a seconda degli individui. Per questi motivi, quanto maggiore è l’importanza che i soggetti danno ai loro disturbi tanto più risulteranno associate delle componenti psicopatologiche più o meno gravi.

Alla disorganizzazione del linguaggio e alle difficoltà di comunicazione, che variano a seconda del temperamento dei soggetti, dell’ambiente, della gravità o della durata del disturbo, spesso vi si aggiungeranno anche l’età e i problemi scolastici, familiari, socio-professionali, i quali avranno una ripercussione sulla vita dell’individuo e sul suo comportamento.

Di conseguenza, il disagio e la paura di parlare si intensificheranno di pari passo con l’emotività e non faranno altro che aggravare le manifestazioni della balbuzie. Di questi due fattori linguaggio-emotività, uno dei due acquisterà più o meno importanza rispetto all’altro. Spesso non è facile determinare quale dei due si predominante. Nascono l’uno dall’altro e si rinforzano vicendevolmente.

Nella maggior parte delle volte l’evoluzione della balbuzie è di tipo intermittente. Alcuni soggetti presentano degli episodi di balbuzie, intervallati di momenti di pausa più o meno lunghi, a volte persino molto significativi, soprattutto nell’età prescolare. Certi adulti sono in grado di descrivere facilmente l’evoluzione del proprio disturbo e si ricordano delle difficoltà sperimentate, specialmente all’inizio dell’età scolare.

Altri affermano di aver vissuto un periodo di balbuzie durante la loro infanzia che successivamente era completamente scomparso, per poi riapparire molto più tardi, questo indica ancora una volta che qualcosa di anormale è avvenuto nella vita affettiva o sociale del soggetto. Ma, ancor più spesso l’evoluzione è continua. Le fasi cloniche possono alternarsi con le fasi toniche, in maniera molto variabile secondo i momenti, gli individui, le circostanza e le emozioni. Lo schema clonico, tonico-clonico, tonico, corrisponde a certi tipi di balbuzie, mentre in altri casi la balbuzie può essere tonica fin dall’inizio

Non bisogna sottovalutare l’importanza del contesto familiare, del comportamento più o meno tollerante che i vari membri della famiglia presentano davanti alle difficoltà del soggetto. Non si può contestare il fatto che la balbuzie risulti aggravata da un contesto poco adeguato sul piano della parola:

  • In una famiglia di persone che abitualmente presentano tachilalia, in un ambiente in cui il balbuziente abbia molte difficoltà a controllare il suo linguaggio trovandosi trascinato dalla velocità di espressione di coloro che lo circondano.
  • Il soggetto sarà disturbato anche se fa parte di una famiglia numerosa in cui ognuno ha la sua da dire, velocemente, e dove egli invece non ha il tempo di piazzare una parola, o non gli viene data la possibilità di esprimersi. Quasi sempre egli rinuncerà a parlare, si sentirà umiliato e ripiegherà su se stesso.
  • Ci sono anche delle famiglie in cui regna il disaccordo e dove il bambino non ha la possibilità di crescere in modo sereno.
  • Altre famiglie si mostrano indifferenti a tale disturbo e non assumono alcuna iniziativa che miri a liberare il bambino dalle sue difficoltà.
  • Ci sono altre famiglie poco comprensive in cui il soggetto balbuziente si sente sottoposto a critiche continue e poco indulgente, soprattutto da parte dei fratelli e delle sorelle.

La balbuzie può essere accentuata anche a causa di un ambiente scolastico non adatto al bambino, soprattutto, se quest’ultimo presenta un ritardo di linguaggio, oppure un ritardo mentale. D’altronde l’incomprensione dell’insegnante, o le canzonature dei compagni, quando il bambino non riesce a rispondere o a ripetere la lezione, anche quando l’ha imparata bene, lo turberanno in maniera tale che si rifiuterà di parlare.

Quando si tratta di adolescenti o di adulti, i fattori psicologici influenzeranno sicuramente la balbuzie, soprattutto tra i 14 e i 20 anni. Il disturbo sarà aggravato da circostanze del tipo: malattie, operazioni, rapporti con dei superiori, un aumento di responsabilità, disturbi affettivi. In sintesi, il peggioramento si avrà in seguito a tutti quegli avvenimenti che creano ansia, insicurezza o che riportano alla mente delle situazioni traumatizzanti.

Un certo numero di circostanze possono ridurre la balbuzie. Si tratta, in primo luogo di tutto ciò che può rassicurare l’individuo o distrarlo dal suo disturbo.

Un soggetto balbuziente non balbetta in continuazione e la sua balbuzie varia a seconda degli avvenimenti e degli incontri. La necessità di sapere che cosa deve dire ed il rallentamento del linguaggio sono due vantaggi evidenti che riducono la difficoltà. Numerosi soggetti non balbettano quando si trovano in mezzo al rumore ( del treno, per esempio) oppure la prova di assordamento.

Infine, la balbuzie sarà sempre attenuata dalla comprensione dell’ambiente familiare, da un ambiente di lavoro favorevole, sereno e anche dalla possibilità di esprimersi senza fretta né timore in presenza di interlocutori che ascoltano con interesse e comprensione.

Contattaci per maggiori informazioni sulla evoluzione della balbuzie.

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DR.BITETTIA

ANTONIO BITETTI dottore in Psicologia ad indirizzo Applicativo, titolo conseguito presso l’Università degli Studi “ La Sapienza “ di Roma nel 1987. Ha completato nel 1992 un percorso di gruppo-analisi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore “ Policlinico Agostino Gemelli “ di Roma. E’ regolarmente iscritto all’Ordine Nazionale degli Psicologi della Regione Puglia, ed è abilitato all’esercizio della Psicoterapia. Perfezionamento in Terapia RET con il dott. Cesare De Silvestri, pioniere in Italia della terapia cognitivo-comportamentale e allievo del prof. Albert Ellis. Fondatore e amministratore unico dell’Istituto Europeo per la Balbuzie e la Psicologia della Comunicazione srl con sede legale a Milano, conduce corsi di terapia della balbuzie in Italia e all’estero con un modello di terapia denominato “ Approccio Integrato “. Ha pubblicato diversi articoli, tra cui: Linguaggio psicoanalisi e balbuzie, PsicoPuglia, vol.20, Dicembre 2017. Il controllo delle emozioni nel dinamismo della balbuzie, PsicoPuglia, vol.24, Dicembre 2019 e ha tenuto una comunicazione al XXXIII° Congresso Nazionale di Foniatria e Logopedia sul tema della balbuzie, svoltosi a Bari, nel 1999. Ha partecipato in qualità di esperto al 1° e al 2° Simposio internazionale sulla balbuzie, rispettivamente nel 1999 e nel 2000, presso Palazzo Barberini a Roma. E’ autore dei volumi: Analisi e prospettive della balbuzie ( Verona 2001). La balbuzie un problema relazionale ( Roma 2006 ). La Balbuzie Approccio Integrato ( Milano 2010), quest’ultimo tradotto anche in inglese e tedesco, ed infine l’ultimo libro dal titolo: Emozioni, Comportamento e Controllo ( Milano 2016).

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