Il metodo di cura del Dott. Bitetti
Il dott. Antonio Bitetti fondatore dell’Istituto Europeo Balbuzie è l’ideatore dell’ Approccio Integrato, un innovativo modello d’avanguardia nell’interpretazione e nella cura della balbuzie, in età pediatrica e nell’adulto. Da anni è attivamente impegnato in Italia e all’estero nella divulgazione delle sue ricerche e in questo campo sono di sicuro d’eccellenza, non solo da un punto di vista interpretativo, ma anche metodologico. Ricerche ormai da tempo apprezzate anche in altri paesi.
É autore di numerose pubblicazioni per rubriche e riviste scientifiche e di diversi libri sulla balbuzie, tra cui ( La Balbuzie Approccio Integrato, 2010) e l’ultimo (Emozioni, Comportamento e Controllo, 2016) che affrontano il dinamismo interno del controllo della fonazione e delle emozioni, vero fattore destruente di tutta la problematica. Le ricerche del dott. Bitetti, presentate anche in importanti convegni nazionali ed internazionali, in qualità di membro associato della prestigiosa associazione americana A.P.A. (American Psychological Association), nascono da una lunga esperienza professionale, a partire da un personale vissuto di balbuzie e da un percorso formativo di gruppo-analisi che gli hanno permesso di gettare una luce sui dinamismi interni di questo problema.
Secondo diverse statistiche, la balbuzie interessa circa il 2-3% della popolazione, con incidenza maggiore nel sesso maschile, interessando persone di ogni estrazione sociale e in ogni angolo del pianeta. In una recente intervista rilasciata dal dott. Bitetti ad una emittente televisiva spagnola, la giornalista che lo intervistava dichiarava che in Spagna ci sono 800.000 balbuzienti.
É giusto sottolineare che la ricerca scientifica in questo campo è un po’ carente, manca una visione d’insieme riguardo alle cause e al modo di affrontare tutta la problematica. La cura della balbuzie è lasciata prevalentemente a figure professionali che curano di solito la componente esterna, cioè quella disarticolazione del linguaggio, tipica di chi balbetta. Nel balbuziente si osserva una certa limitazione o cattiva gestione delle proprie energie, soprattutto quelle a valenza aggressiva. Come se volutamente si censurasse la possibilità di aumentare il “tono emozionale”, provandone paura.
Quello che è certo e lo sottolineano tutti coloro che balbettano è che il balbuziente nel chiuso della sua stanza, non sottoposto a giudizio altrui, parla benissimo. E’ il confronto con gli altri che crea maggiori difficoltà nel balbuziente. Vive con disagio la relazione, soprattutto con persone estranee, o ritenute autorevoli, come succede spesso nel bambino a scuola, posto davanti agli insegnanti e alla intera classe, dove deve dimostrare il suo valore. E’ l’impatto con gli altri che scatena tutta una serie di idee che condizionano poi la componente emotiva e comportamentale.
In un importante convegno di Foniatria e Logopedia il dott. Antonio Bitetti ha evidenziato alla platea di specialisti la sua interpretazione riguardo al significato interno della balbuzie, spiegando come da un sottostante senso di autosvalutazione, il balbuziente innesca un temuto giudizio altrui e procede con un controllo sul linguaggio, nell’idea irrazionale di poter gestire al meglio la situazione. Elementi cognitivi errati che una volta appresi in età infantile possono permanere nell’età adulta, condizionando negativamente la normale fluidità verbale. Questa è la sequenza di pensiero che opera sistematicamente nella mente del balbuziente quando si relaziona con gli altri (XXXIII° Congresso Nazionale di Foniatria e Logopedia, Bari,1999, abstracts).
L’origine più plausibile circa le cause della balbuzie, da sempre ipotizzata dal dott. Bitetti è fatta risalire nell’infanzia del bambino, durante il periodo della cosiddetta balbuzie primaria, quando ha sperimentato le prime grosse difficoltà. Riconducibile in parte ad una iperprotezione nello stile affettivo-educativo, a forti sentimenti di frustrazione e gelosia connessi alla nascita di un fratellino o di una sorellina, a stili educativi protesi al perfezionismo e alla scarsa tolleranza all’errore, oppure ad esperienze a forte connotazione conflittuale.
Di sicuro, dopo una frustrazione ha sperimentato una forte reazione aggressiva, ed ecco perché il balbuziente è in difficoltà nell’esprimere la sua energia, poichè tende a bloccare la parte propulsiva di se, come se ne avesse timore, nel ricordo di quella primitiva esperienza.
Da sempre, la balbuzie viene trattata con tecniche fonetiche e/o logopediche, le quali partono dal presupposto che la balbuzie abbia delle implicazioni neurologiche di fondo e perciò, tendono a curare il problema andando a rieducare il linguaggio, nel tentativo di armonizzarlo, con metodiche basate molto spesso su esercizi di modulazione del linguaggio, a partire dal canto, o con tecniche di respirazione, o abbinando entrambe.
L’Approccio Integrato del dott. Bitetti affronta la balbuzie nella modalità integrata, unica terapia nel suo genere in Italia e in Europa. Questo metodo di cura va ad affrontare non solo la parte manifesta del problema, cioè quella disfluenza tipica del balbuziente, in tutte le sue manifestazioni, ma va ad intervenire in tutta quella dinamica psicologica che altri tipi di intervento non affrontano mai o rifiutano di affrontare. Non si può curare la balbuzie se non si cura il balbuziente ( cit. dott. Antonio Bitetti).
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