la Balbuzie

LA BALBUZIE E LO SPORT

 

In questo approfondimento, parliamo del legame che intercorre tra balbuzie e sport.

La balbuzie è un problema molto importante da affrontare, sia per gli specialisti del settore e sia per i genitori che si trovano ad affrontare il problema di un bambino che balbetta. La balbuzie inevitabilmente crea difficoltà in chi vive direttamente il problema e di conseguenza, spinge a chiedersi cosa si cela dietro questo disturbo.

Molte sono le interpretazioni riguardo alla eziopatogenesi della balbuzie. Alcune di esse si rifanno ad ipotesi organiche, altre addirittura ipotizzano cause genetiche alla base di questo disturbo, che ricordiamo colpisce 1-2% della popolazione mondiale.  Le ipotesi più attuali nella ricerca sulle cause della balbuzie affrontano invece  quelle che sono le evidenti difficoltà di linguaggio del balbuziente nel momento in cui si relaziona con gli altri. E’ perciò evidente il forte impatto emozionale e relazione nella dinamica di questo problema.

Attraverso il linguaggio, strumento estremamente duttile, noi creiamo dei collegamenti essenziali per far crescere la nostra pre­senza nel proprio campo vitale. (K. Lewin ). Il linguaggio ci permette di far veicolare non solo il pensiero, nelle sue diverse caratteristiche, ma anche le nostre emozioni, in una rete comunicativa socialmente condivisa.

Condividendo il linguaggio veicoliamo i diversi elementi del nostro modo di pensare, del proget­tare, del finalizzare, creando così i presupposti per un interagire comune, dove l’emozione generalmente rappresenta il colore e offre il calore a questo scambio comunicativo. Il linguaggio veicola quindi emozioni, non solo quelle positive ma anche quelle negative.

Ogni balbuziente rap­presenta un’entità a sé perché nessuno balbetta allo stesso modo, o nella stessa situazione e alla medesima intensità. Possiamo affermare invece che esistono delle dinamiche che accomunano ogni balbuziente e rappresentano degli elementi strut­turali non solo del problema, ma anche dell’evoluzione del sintomo all’interno della personalità di chi ne è coinvolto. Nel balbuziente si può osservare una certa limitazione, o cattiva gestione delle proprie energie, soprattutto quelle a valenza aggressiva. Come se volutamente si censurasse la possibilità di aumentare il “tono biologico”, provandone paura.

Aggressività e competizione

L’energia è vita e il fluire positivamente di essa, permette una buona tonicità psichica con relativa sensazione di benessere fisico, predisponendo ad una buona concezione di sé, di forza e favorendo così un rapporto paritario con gli altri. Nel balbuziente questa energia sembra bloccata o viene vissuta a tratti, frequentemente in relazione ad esperienze positive che aumen­tano solo momentaneamente la buona concezione di sé: manca la continuità, non c’è piena consapevolezza della propria forza interiore.

E’ interessante e curioso ricordare come alcuni giornalisti sportivi per etichettare una squadra che non ha giocato bene, sono soliti affermare: “ quella squadra ha balbettato”. Implicitamente volevano evidenziare che la squadra che ha “balbettato” non aveva inciso più di tanto sul campo di gioco.

Nel gioco del calcio, dove è più facile notare questo tipo di affermazione del giornalista, la caratteristica del gioco esitante e balbettante, è tipico di quella squadra  che ha subìto il gioco della squadra avversaria. Molti sanno che il gioco aggressivo si chiama pressing, viceversa l’altro tipo di gioco si chiama esitante, passivo. E’ logico dedurre che in mancanza di una giusta dinamica aggressiva, non essendoci propulsione, viene meno la forza necessaria per incidere adeguatamente.

Il linguaggio, come tante altri aspetti del comportamento umano necessità di energia, quella energia che comunque ha una base a matrice aggressiva. Infatti, collegandosi all’interpretazione di Frielingsdorf, in un suo recente saggio (2005, pag.17) parla della valenza positiva della aggressività, come di una forza vitale per valorizzare la propria capacità di relazione.

Egli, facendo una distinzione tra diversi tipi di forze aggressive che lui definisce aggressioni, si sofferma soprattutto su quelle aggressioni che promuovono la vita. Le aggressioni che promuovono la vita e la relazione, operano come forze creative, costruttive e formative che fondano la vita e la relazione ed infine sono indirizzate all’amore, che a sua volta libera nuove energie.

Nella cura della balbuzie, oltre alla terapia specifica della dinamica generale che coinvolge il balbuziente è necessario migliorare il tono energetico del balbuziente, dato che colui che balbetta tende a controllare la sua energia di base. In questo senso, la pratica dello sport può rappresentare un aspetto molto interessante, indipendentemente dalla terapia di fondo, che deve tendere a far superare in maniera completa il problema,  coinvolgendo tutte le variabili e con un Approccio Integrato e non parziale.

Aspetti positivi dello sport nel balbuziente

L’importanza dello sport sta nel fatto che colui che pratica una disciplina sportiva, necessariamente deve mettere in gioco delle abilità e questo in costante esercizio, ovvero nell’allenamento. L’allenamento potenzia la percezione delle proprie abilità e le concretizza nell’atto della gara, sia individuale e sia di gruppo. Lo sport aiuta e mettere in rapporto le proprie dinamiche aggressive e le mete da raggiungere.

Quando si parla di aggressività si tende a pensare alla componente distruttiva di tale energia, perdendo di vista, invece, il valore costruttivo di tale risorsa. Nel caso della pratica sportiva viene chiamata agonismo, ovvero una energia aggressiva finalizzata al raggiungimento di una meta sportiva, ad alto valore sociale e personale.

Gli aspetti positivi dello sport nella vita di chi balbetta non si limitano solamente nel migliorare la buona percezione  di sé, e quindi a vantaggi strettamente legati alla sua personalità. Lo sport spinge inevitabilmente ad una continua interazione sociale e quindi, comunicativa, soprattutto negli sport di squadra.

Praticare un’attività sportiva significa parlare con gli altri, utilizzando il proprio corpo, seguendo le proprie attitudini naturali. Per tutti coloro che hanno problemi di balbuzie, può rappresentare una strada percorribile per rendersi  protagonisti della comunicazione e non solo spettatori passivi.

Tenendo conto che alla base della balbuzie vi è un forte sentimento autosvalutativo, non per mancanza di qualità, ma in funzione proprio del controllo e quindi, del freno interiore delle proprie emozioni, lo sport può diventare un banco di prova per gestire le proprie dinamiche, ed allenarsi a metterle in gioco, senza rinunciare. Lo sport visto come un costante esercizio alla vita sociale e comunicativa. In tal modo la sua aggressività andrà a canalizzarsi in maniera costruttiva e a non interiorizzarla.

Certamente, lo sport non potrà mai sostituire la terapia specifica della balbuzie, che come si è detto, investe diversi aspetti interni della personalità del balbuziente. La pratica sportiva potrà aiutarlo a confrontarsi su un terreno che lo metterà alla pari con gli altri, e che gli permetterà di gestire il ritmo di gioco a seconda del suo avversario. Non solo, ma interagire con gli altri attraverso lo sport, permette anche di farsi apprezzare.

Nel soggetto affetto da balbuzie, lo sport può rappresentare un contesto dove farsi apprezzare e aumentare il senso di fiducia in sé, oltre alla considerazione da parte degli altri. Infine, la pratica dello sport aiuta  anche a percepire una sensazione di beneficio sul piano fisico, poiché tale pratica coinvolge importanti neuro trasmettitori endogeni e questo offre ulteriori benefici generali, nel contesto della ricerca di un benessere generale, fisico e psichico. ( Bitetti A. Endorfine e Stress, Tesi di Laurea in Psicologia. Roma).

Per ulteriori informazioni sull’argomento balbuzie e sport potete contattarci.

 

 

DR.BITETTIA

ANTONIO BITETTI dottore in Psicologia ad indirizzo Applicativo, titolo conseguito presso l’Università degli Studi “ La Sapienza “ di Roma nel 1987. Ha completato nel 1992 un percorso di gruppo-analisi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore “ Policlinico Agostino Gemelli “ di Roma. E’ regolarmente iscritto all’Ordine Nazionale degli Psicologi della Regione Puglia, ed è abilitato all’esercizio della Psicoterapia. Perfezionamento in Terapia RET con il dott. Cesare De Silvestri, pioniere in Italia della terapia cognitivo-comportamentale e allievo del prof. Albert Ellis. Fondatore e amministratore unico dell’Istituto Europeo per la Balbuzie e la Psicologia della Comunicazione srl con sede legale a Milano, conduce corsi di terapia della balbuzie in Italia e all’estero con un modello di terapia denominato “ Approccio Integrato “. Ha pubblicato diversi articoli, tra cui: Linguaggio psicoanalisi e balbuzie, PsicoPuglia, vol.20, Dicembre 2017. Il controllo delle emozioni nel dinamismo della balbuzie, PsicoPuglia, vol.24, Dicembre 2019 e ha tenuto una comunicazione al XXXIII° Congresso Nazionale di Foniatria e Logopedia sul tema della balbuzie, svoltosi a Bari, nel 1999. Ha partecipato in qualità di esperto al 1° e al 2° Simposio internazionale sulla balbuzie, rispettivamente nel 1999 e nel 2000, presso Palazzo Barberini a Roma. E’ autore dei volumi: Analisi e prospettive della balbuzie ( Verona 2001). La balbuzie un problema relazionale ( Roma 2006 ). La Balbuzie Approccio Integrato ( Milano 2010), quest’ultimo tradotto anche in inglese e tedesco, ed infine l’ultimo libro dal titolo: Emozioni, Comportamento e Controllo ( Milano 2016).

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