Il controllo della fonazione come causa della balbuzie
Nel balbuziente è possibile notare una forte tendenza a trattenere anche le emozioni positive, fatte di gioia e di abbandono fiducioso alla vita.
Nel balbuziente è possibile notare una forte tendenza a trattenere anche le emozioni positive, fatte di gioia e di abbandono fiducioso alla vita.
Un innovativo metodo di cura denominato “Approccio Integrato”
Il controllo della bocca e più in generale, di tutta la fonazione, che si osserva sistematicamente nei pazienti affetti da balbuzie, nasconde una tendenza a trattenere emozioni intrise di rabbia e di aggressività. Nel balbuziente è possibile notare una forte tendenza a trattenere anche le emozioni positive, fatte di gioia e di abbandono fiducioso alla vita. Come se vivesse il tutto in una dimensione di forte rigidità, con la propensione a chiudere il rubinetto energetico, nell’irrazionale paura di chissà quali effetti.
Nella letteratura scientifica riguardante le ricerche sulla balbuzie, non vi sono studi specifici che mettono in relazione il meccanismo di controllo dell’apparato fonatorio e la sintomatologia del balbettare.
Il primo a parlarne già molti anni fa è stato il dottor Antonio Bitetti (2001, 2006) e ha continuato con queste ricerche, anche attraverso il lavoro costante con il modello di terapia da lui ideato e divulgato attraverso il suo terzo libro, dal titolo: “ La Balbuzie Approccio Integrato”, tradotto anche in inglese e tedesco, (A.Bitetti,2010).
Tante volte, soprattutto nella balbuzie di tipo tonico, dove il controllo è davvero eccessivo, il corpo fa scattare dei meccanismi di compensazione, comunemente chiamate sincinesie. Questi, sono dei meccanismi involontari della muscolatura facciale, che servono ad antagonizzare quella sensazione di vuoto che il balbuziente avverte nel momento in cui, da una parte vorrebbe parlare liberamente e dall’altra, frena questa possibilità.
Potremmo accostare questo concetto ad un esempio pratico, quale il meccanismo di pescaggio di un liquido attraverso una pompa. Se il motore della pompa funziona bene ed il liquido è presente nella vasca di estrazione, non ci dovrebbero essere problemi a trasferire il liquido dalla vasca all’esterno. Ma, se la cannula di pescaggio, per un problema qualsiasi avesse una ostruzione, allora la pompa agirebbe inutilmente, producendo un tipico rumore di un meccanismo non funzionante, che potremmo definire “meccanismo a vuoto”.
Il vuoto che si viene a creare durante il blocco della parola, fa avvertire una sensazione di impotenza, espressione tipica di una persona che si chiede cosa stia succedendo, ma che non riesce a dare una spiegazione adeguata. La spiegazione sta nel fatto che una parte della personalità vorrebbe agire in maniera produttiva e propositiva, mentre dall’altra, opera una forza antagonista che frena questa possibilità. Lo stupore che prova il balbuziente è da attribuire a quella parte di sé che si chiede: “chi e perché ha frenato il mio linguaggio?”.
Sta proprio in quest’ultimo passaggio il vero concetto di controllo sulla propria parola, vero ed autentico problema del balbuziente. Tale potente meccanismo di controllo limita la possibilità di quella libertà espressiva caratteristica invece di chi non ha mai sofferto di balbuzie e che può permettersi invece di vedere nel proprio linguaggio un potente strumento di comunicazione e di affermazione sociale.
Nella sua lunga pratica professionale, il dottor Antonio Bitetti ha maturato prove evidenti, anche sulla base di tecniche di depolarizzazione del controllo della bocca, da lui messe a punto e che confermano chiaramente tutto questo. Più si controlla e più si balbetta, la sintomatologia del balbettare è direttamente proporzionale al grado di controllo, che diventa una zavorra.
La bocca va lasciata libera, non ha necessità di essere controllata in continuazione, invece ostacolando questa libertà si ha un effetto contrario alla normale fisiologia umana. Di suo, il controllo è un meccanismo antitetico alla libertà di azione e preclude la possibilità di dare al balbuziente la possibilità di parlare liberamente.
Il balbuziente è molto più attento, anzi esageratamente attento, al modo in cui si esprimerà nel momento della interazione. Come quando si guarda un quadro importante: si è più attenti al dipinto o alla cornice? Certamente anche la cornice ha il suo valore, anche estetico, ma l’opera pittorica rappresenta indubbiamente l’elemento centrale di quello che si sta ammirando.
Ovviamente, non possiamo affermare che il balbuziente sottovaluti il contenuto che esprime, ma è estremamente attento alla cornice. Nella pretesa perfezionistica di trovare la migliore elaborazione concettuale ed espressiva, inciampa, ed è il caso di dirlo, proprio nel risultato opposto e quindi, balbetta. Questo è dovuto ad una scarsa considerazione circa le sue qualità, è sempre attivo in lui l’elemento autosvalutativo che è alla base del suo reale problema. Non riesce a canalizzare adeguatamente le sue risorse nel momento migliore della vita di relazione.
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